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Paolo Sabbioni, fondatore e titolare dell’azienda AT Sport sas con sede a Carate Brianza (MB), ha deciso di investire sulle tecnologie additive per la prototipazione rapida delle impugnature degli archi olimpici e paralitici della linea FiberBow. La sua scelta è ricaduta sulle stampanti 3D professionali Sharebot a tecnologia FFF (Fused Filament Fabrication).
La AT Sport di Paolo Sabbioni, dal lontano 2005, produce impugnature per archi olimpici in fibra di carbonio: un materiale al tempo stesso resistente, ma molto leggero, il che rende le impugnature per archi olimpici FiberBow prodotti maneggevoli e molto apprezzati dagli atleti. Basti pensare che con i prodotti FiberBow, Oscar De Pellegrin ha conquistato la medaglia d’oro nel tiro con l’arco alle Paralimpiadi di Londra 2012; prima di lui Mauro Nespoli ha conquistato l’argento a squadre alle Olimpiadi di Pechino 2008 e tutti i tre atleti della squadra italiana (Oscar De Pellegrin, Marco Vitale e Mario Esposito) hanno conquistato il bronzo alle Paralimpiadi di Pechino 2008.
“Ho sempre fatto prototipazione per mezzo dei metodi tradizionali, creando così impugnature per archi olimpici in metallo, solitamente alluminio o acciaio”, ha raccontato Paolo Sabbioni. Tuttavia si è presentata l’esigenza di ottenere dei prototipi con tempistiche decisamente più brevi e costi ottimizzati rispetto ai ‘metodi classici’. E l’avvento di Sharebot si è tramutato in una vera e propria svolta per la AT Sport: “Incuriosito dalle nuove tecnologie, ho scelto di acquistare una stampante 3D, nello specifico una Sharebot NG, per trasformare il processo di prototipazione”.
“Acquistata la Sharebot NG mi sono subito resoconto di come potessi realizzare con facilità diversi sogni nel cassetto, in particolare realizzare dall’immediato, proprio dalla mattina alla sera, dei pezzi che avevo ideato”, ha proseguito il titolare di AT Sport.
Paolo Sabbioni, infatti, realizza in prima persona i disegni 3D delle impugnature per archi olimpici FiberBow – o parti di esse – e creando un semplice Gcode può direttamente mandare in stampa il pezzo desiderato, con conseguenti snellimento e semplificazione del processo di prototipazione pre-serie, che in questo modo può essere completamente svolto in loco, azzerando anche il rischio di divulgazione poiché, concretamente, la prototipazione non viene più svolta da personale esterno (e sconosciuto).
Il dato che balza più all’occhio è quello del risparmio di tempo: grazie a Sharebot NG, Paolo Sabbioni può, come detto, creare un prototipo dalla mattina alla sera. Quindi, semplificando, in un giorno lavorativo a fronte di qualche settimana per l’eventuale realizzazione dello stesso pezzo in metallo o in legno, con le tradizionali tecnologie. Questo si traduce positivamente anche per quanto riguarda il concetto generale di time-to-market, ovvero il tempo compreso tra l’ideazione e la commercializzazione di un prodotto.
Il secondo vantaggio è quello della riduzione dei costi, legata non solo ai costi opportunità risparmiati per via del minor tempo di realizzazione, ma anche agli stessi costi di prototipazione e produzione, considerando che per un singolo prototipo i costi di produzione della AT Sport arrivano a pochi euro.
Con la stampa 3D le impugnature per archi olimpici FiberBow possono essere visionate (quando ancora sotto forma di disegno 3D), stampate, verificate con mano e infine mandate in produzione fino a diventare veri e propri pezzi pre-serie. Il tutto senza rischiare di sprecare tempo e denaro con un eventuale stampo che, nel caso il disegno 3D fosse da ricalibrare, risulterebbe anche errato e quindi inutile.
“Infine ci sono altri due vantaggi da sottolineare – ha chiarito Paolo Sabbioni –, ovvero la possibilità di creare forme prima impensabili (mi viene in mente il sottosquadro, ad esempio) e soprattutto la possibilità di stampare in 3D non tutta l’impugnatura, ma anche solamente dei piccoli particolari, il che permette di diminuire ancora tempistiche e costi, e di effettuare diverse prove pre-serie”.
La continua innovazione dell’Additive Manufacturing ci permette di creare nell’immediato qualsiasi idea, anche la più stramba, anche quella che ci si pensava irrealizzabile. Dobbiamo quindi ringraziare la Sharebot per l’invenzione di queste macchine che ci permettono a loro volta di realizzare i nostri sogni.